mercoledì 29 febbraio 2012

Favette al latte

Qualche decennio fa (sigh) quando era mia madre la regina incontrastata dei fornelli, c'era un giorno in cui tornavo da scuola e lei aveva preparato per pranzo le favette al latte. Io adoravo le fave fresche preparate in quel modo, e per me erano sempre troppo poche...mia madre rispondeva alle mie proteste dicendomi "è un contorno!" .
Adesso preparo spesso le "sue" fave, e per me sono un piatto unico, le assolute protagoniste, se ci son loro non c'è posto per nient'altro, solo una fetta di pane tostato.
Anche se pensate che le fave devono stare col pecorino o con la menta provate questa ricetta: dovete sentire che meraviglia il latte cagliato in fiocchetti morbidi che porta via alle fave un pò del loro gusto amarognolo, e le rende ancora più saporite.
Insomma, amo questa ricetta, anche se da fotografare è uno schifo :P


1kg di favette fresche al netto degli scarti
3 spicchi d'aglio
2 bicchieri colmi di latte intero
sale
Soffriggete per un minuto o due l'aglio con poco olio EVO. Aggiungete le favette fresche, e fate insaporire per 5 minuti a fiamma vivace, mescolando spesso. Unite il latte intero, salate e abbassate la fiamma. Cuocete senza coperchio finchè le favette saranno pronte.
Godetevi le favette da soli, solo così saranno abbastanza per voi stessi!




lunedì 27 febbraio 2012

Sweet things to share

Non può che farmi piacere il premio conferitomi da Alessandra, un'amica conosciuta da poco ma di cui ho molta stima. Lei è una Foodblogger eccezionale, oltre a fare un ottimo lavoro sul suo blog ha scritto diversi libri di successo e ha collaborato alla stesura di altri. Ecco, nonostante tutto questo è una persona semplice che non si dà arie come altre "grandi" del settore, legge anche blog "qualsiasi" come il mio e risponde ai commenti di chiunque. In più le piace la Sardegna  :) (Ale ti aspettiamo questa estate)

 

Ho scelto solo 3 ricette di dolci anzichè 7, sono le mie preferite in questo periodo:



Aranzàda, il dolce Sardo di bucce d'arancia




Passo la palla a mia cugina, che con i dolci si diletta parecchio :) a Giulietta che ne prepara sempre di originali e ad Elisa che con i suoi wagashi mi fa morire!
Grazie ancora Ale :)

sabato 25 febbraio 2012

Girella jap

Qua in Sardegna sembra essere arrivata la primavera. L'aria è finalmente più tiepida, c'è un bel sole che fa venire voglia di alzarsi la mattina e uscire a passeggiare. 
La colazione (e la merenda) ideale per me in questo periodo dell'anno è un dolce leggero, senza crema e senza burro, colorato e invitante.
Stamattina dunque per accompagnare il tè ho voluto preparare una torta con la marmellata, ma d'ispirazione giappica :)
La base è una génoise al matcha vista sul libro "Gâteaux roulés" di Ilona Chovanchova (proposto in Italia con l'orrorifico titolo "Rotoli dolci"), e per il ripieno ho usato una marmellata di anko preparata ieri sera seguendo la ricetta di Elisa, che ovviamente è venuta perfetta e bella liscia (la marmellata avanzata si conserva 4/5 giorni in frigo oppure si può congelare, come ho fatto io).





4 uova, tuorli e albumi separati
120 gr. zucchero
120 gr farina 00
3 cucch.ni di matcha
Montate gli albumi con un pizzico di sale e metteteli da parte, poi sbattete i tuorli con lo zucchero. Quando questi ultimi saranno chiari e spumosi aggiungete il matcha e la farina setacciata. Unite gli albumi al composto di tuorli e farina in due volte e versate il composto in una teglia rettangolare foderata di carta da forno. Mettete in forno per 15/20 minuti a 180°.
Quando la génoise sarà cotta tiratela fuori dalla teglia, copritela con un foglio di carta da forno e arrotolatela su se stessa con l'aiuto di un panno umido. Aspettate 5 secondi che la pasta si inumidisca e  ripetete l'operazione per due volte. Staccate pian piano la pasta dalla carta da forno e spalmatela con abbondante marmellata. Arrotolatela di nuovo nel panno umido e lasciatela raffreddare così. 
Quando sarà fredda (o quando avete fame e il tè è pronto) toglietela dal panno e spolveratela con un pò di zucchero a velo.



La prossima volta userò una teglia più grande per poter fare un "giro" in più arrotolando la genoise, ma sono già contenta perchè la pasta è venuta veramente buonissima, morbida, umida, perfetta per accogliere la marmellata di anko.
E poi: ma non trovate che sia una tortina bellissima? Io la adoro!


martedì 21 febbraio 2012

Rawvioli


No, non è un errore, (lo dico perchè è ciò che ho pensato io la prima volta che l'ho letto su un blog americano) è che:
Io e mia sorella parliamo SEMPRE di cibo. 
Ci sentiamo tutti i giorni per sapere cosa ha mangiato una, cosa l'altra. Che pietanza ha assaggiato la cugina di una sua amica in Moldavia e come possiamo procurarci anche noi l'ingrediente che la rende speciale. Alla fine della chiamata spesso segue una mail con foto della ricetta in questione, link su un prodotto misterioso, liste della spesa assurde che l'una deve fare per l'altra. 
Lei sta a Londra e ha quindi accesso a tutta una serie ingredienti, di scelte e di informazioni che qua mi sogno. E viceversa, qua ci sono i sapori dell'infanzia, le conserve di frutta e verdura che vengono dritte dall'orto di zie/amiche/vicine di casa, e i formaggi prodotti con caglio vegetale da un signore geniale che vive come un eremita ...
Ovvio che se due persone parlano tutti i giorni di cibo qualcosa di nuovo bisogna pur tirarlo fuori dal cilindro, e così lei un bel giorno se ne esce con le ricette crudiste: ho abboccato alla grande.
Grazie allo scambio di opinioni/link/ricette in proposito ora sogno colorati piatti crudisti mentre mangio tartufi di cioccolato (l'altra monomania del momento) e viceversa.
Oggi ho sognato tartufi :P 
Ora che sapete per filo e per segno quali associazioni mentali mi hanno portata a questa ricetta di ravioli crudisti (contenti?) posso pure spiegarvi come prepararla.
Innanzitutto dovete procurarvi delle belle rape fresche, diciamo una a persona. Qua è abbastanza difficile trovarle, per cui mi sono accontentata di quelle bianche. Penso che con le rape rosse il piatto sarebbe molto più bello.
Cooomunque (non so perchè mi sto dilungando così tanto oggi) lavate le rape in questione e affettatele sottili. Scegliete un tagliabiscotti e ritagliate le fette di rapa. Io che ho migliaia di tagliabiscotti oggi ho trovato solo la stellina...


Mettete da parte le rape e preparate il ripieno dei rawvioli. La mia ricetta viene dal libro "Fromages Végétaux" di V. Pean della collana "Les Toqués du bio" di cui ho acquistato diversi libretti (su Amazon.fr) tutti meravigliosi.
125 gr di mandorle 
sale alla curcuma
pepe nero
Fate ammollare le mandorle in acqua fredda per una notte. Spellatele (strofinandole con un panno una ad una farete prima) e frullatele insieme a tutti gli altri ingredienti fino ad ottenere un composto morbido (se necessario unite un pò d'acqua).
Per il condimento:
Frullate insieme due pugni di prezzemolo, olio, sale, un pizzico di pepe di caienna e uno spicchio d'aglio.
Mettete su ogni fettina di rapa un cucchiaino di ripieno, "chiudete" con un'altra fettina di rapa e versateci sopra qualche goccia di pesto di prezzemolo. Spolverate di semi di papavero.
Ah, non l'ho detto, i rawvioli sono strepitosi. Io ne ho fatto fuori un piatto a merenda, e vabbè sono un caso a parte, ma per voi possono essere un primo leggero, un antipasto o anche un aperitivo sano.
Purtroppo le foto non rendono giustizia...ma voi fidatevi di me e provateli :)


 



sabato 18 febbraio 2012

Banoffee pie

Visto che a San Valentino non ho preparato niente di dolce e rosa per il neo marito, oggi mi son fatta perdonare con il suo dolce preferito: la banoffee pie.
La ricetta è di mia sorella, me l'ha dovuta dare perchè ha iniziato lei mio marito a questa droga.

Vi servono:
150 gr di burro
250 gr di biscotti tipo Oro saiwa
2 banane
200 ml di panna da montare zuccherata
una confezione piccola di latte condensato


Mettete la lattina di latte condensato dentro una pentola capiente piena d'acqua. Fate bollire per almeno 2 ore. Nel frattempo preparate il fondo biscottato: pestate i biscotti fino a ridurli in briciole e mescolateli al burro fuso. Usate questo impasto per coprire il fondo di una teglia e mettete in frigo per un'oretta. Montate la panna e affettate le banane.
Infine assemblate il dolce: versate sul fondo biscottato il dulce de leche di latte condensato, dsponeteci sopra le banane a fettine e ricoprite con abbondante panna montata. Servite freddo e abituatevi all'idea di fare due giorni di digiuno per ogni fetta che consumerete :)

venerdì 17 febbraio 2012

Tartufi da meditazione

Ero molto indecisa sulla ricetta di questo mese per Colors&Food, what else? Inizialmente avevo pensato di fare dei marshmallows allo zafferano, ma vi ho rotto abbondantemente le scatole (per ora) con la guimauve.
Allora sono uscita a comprare gli ingredienti per fare gli gnocchetti con sugo di pomodoro, salsiccia e zafferano, ricetta del Campidano piuttosto appetitosa. Però sulla via del ritorno ho pensato che mai e poi mai sarei riuscita a fare una foto decente di questo piatto, e mi dispiaceva farvelo diventare antipatico a prima vista. Gli gnocchetti li ho mangiati lo stesso ma mi son messa a pensare ad un altro piatto e mi è venuto in mente un dolce (te pareva) e quindi ecco una ricetta semplicissima e anche veloce, ma dal risultato sorprendente grazie all'utilizzo di materie prime di qualità.
Gli stimmi di zafferano, belli rossi e profumatissimi arrivano da un paese molto vicino al mio, praticamente dietro casa, coltivati e raccolti da una giovane imprenditrice piena di attenzioni e passione per i suoi fiori.
Di un prodotto così basta appena un pizzico per caratterizzare il cioccolato bianco; viene fuori una pallina morbida che svela infinite fragranze, delicate ma decise.
Io ho preparato i tartufi insieme a una giovane donna undicenne piena di entusiasmo e poi li abbiamo gustati insieme accompagnandoli con una tazza di tè verde e facendoli sciogliere lentamente in bocca per non perderci neppure una nota. Ce ne siamo innamorate e ci siamo ripromesse di farne ancora e ancora...Ecco che spunta fuori la nuova mania settimanale!
Per 25 tartufi
80 gr di panna liquida
200 gr  di cioccolato bianco
un pizzico di zafferano
zucchero a velo
polvere d'arancia


Fondete a bagnomaria il cioccolato prima ridotto a scaglie. Nel frattempo fate scaldare la panna e unitevi lo zafferano. Mescolate la panna e il cioccolato a lungo e poi mettete tutto in frigo a raffreddare per un paio d'ore. Riprendete in mano il composto aiutandovi magari con un mestolo di legno o una frusta per ammorbidirlo, formate le palline e rimettetele in frigo. Quando saranno ben sode rotolatele nello zucchero a velo frullato con un cucchiaino di polvere d'arancia.
Buona meditazione :P


lunedì 13 febbraio 2012

Patè veg di piselli secchi con cracker crudista

E' arrivata.
La aspettavo da tempo, nascosta dietro lo schermo del pc. Ci avevo fantasticato su parecchio e spiavo chi già c'era dentro fino al collo con una punta d'invidia...parlo della sfida MTC adatta a me :)
Ce ne sono state tante belle e intriganti, ma ogni volta qualcosa non andava: avrei voluto fare i bignè, ma uscivo da un periodo pieno di pasta choux, volevo fare le tagliatelle, ma a mano anche no...e ora che finalmente ho tutti gli ingredienti, ho il tempo e la preparazione è alla mia portata CI STO!
I piselli secchi li ho scoperti da poco, ma me ne sono innamorata subito.


Sono stati la mia compilation dello scorso inverno, quando mi drogavo con la Erwetensoep di Sigrid.
I piselli secchi sono ricchi di fibre, hanno un alto potere saziante, sono buonissimi, e in più ne ho mezzo pacchetto che aspetta solo una buona occasione: patè vegano sia!


Come si fa: mettete 100 gr di piselli secchi a bagno per una notte con un pezzetto di kombu. Scolateli e lessateli finchè saranno morbidi, ci vorranno circa 40 min. Frullateli ancora caldi con un bicchiere della loro acqua di cottura e insieme a 3 cucchiai di panna di soia e due di tahini, unite un cucchiaino di sale, una presa di cumino e versate in uno stampo. Fate raffreddare in frigo per una notte.
Per completare l'antipasto più salutare dell'anno ho servito il patè con un cracker crudista che volevo provare da un pò, perchè l'ultima mania mia e di mia sorella è appunto la sperimentazione di ricette raw (per un'attimo ho pensato di fare una raw cheese cake, ma poi avrei dovuto di nuovo rinunciare all'MTC)


La preparazione è ancora più semplice di quella del patè:
Mettete a bagno per almeno una notte 150 gr di semi di lino in 200 ml d'acqua, e in un'altra tazza lasciate ammollare in acqua una manciata di semi misti non tostati.
L'indomani i semi di lino avranno formato un blob gelatinoso che sarà il collante dei nostri crackers. Rovesciate tutto in un recipiente e unite il mix di semi non tostati scolati dall'acqua, mezzo cucchiaino di sale, e uno di spezie a vostra scelta (nel mio caso il mix 5 spezie cinesi).
Versate l'impasto su un foglio di carta da forno.
Ora potete:
a) mettere tutto nell'essiccatore per circa 9 ore;
b) far asciugare in forno a meno di 40°;
c) lasciare la teglia per un giorno e una notte sul termosifone.
Io ho usato l'essicatore, il risultato mi è piaciuto molto, è venuto un cracker croccante e saporito, perfetto per il patè di piselli secchi. Son proprio contenta e mi sento anche più magra, tiè :P







 

martedì 7 febbraio 2012

Insalata liquida di ravanelli con l'uovo fritto di Carlo Cracco

Non so se capita solo a me, che un nuovo elettrodomestico cambi radicalmente la dieta quotidiana.
Mi spiego meglio: essendo che in questa casa siamo dotati ormai di planetaria, ed essendo che essa ci spinge (soprattutto mi spinge) a montare albumi in ogni occasione (vedi marshmallow-mania) ci si poneva il problema dello smaltimento tuorli.
In parte abbiamo risolto con ricche colazioni ("ricche" è un'eufemismo) a base di latte rinforzato con spiritu 'e ovu *, in cui sbriciolare pane carasau: praticamente la Colazione dei Campioni :D
-Giusy, casalinga improvvisata, rimembri ancora? Scommetto di sì!-
Carlo Cracco ha poi preso il sopravvento, (non posso negare di pensare un pò a lui ogni volta che rompo un uovo) e così qualche semplice tuorlo si è trasformato in una deliziosa sfera dorata simile a una polpetta :)
Come accompagnamento, un'insalatina liquida e riciclosa nata per non buttare delle foglie di ravanello davvero troppo belle.



Come si fa:
Prendete una ciotolina colma a metà di pangrattato e con un cucchiaio create dei "solchi" in cui adagiare i tuorli (così indurendosi diventeranno tondi), e poi ricopriteli bene con altro pane grattugiato. Metteteli in frigo per una notte.
L'indomani selezionate da un bel mazzo di ravanelli solo le foglie più tenere. Lavatele e senza asciugarle conditele come per un'insalata con olio, sale e se vi va aceto o limone. Frullatele. In un'insalatiera (nel mio caso: bento box) mescolate le foglie frullate con qualche rondella di ravanello affettato sottile e una presa di semi di lino. Fate scaldare abbondante olio di semi in un pentolino alto e immergete i tuorli giusto il tempo che basta per dorare l'impanatura, in modo che l'interno resti liquido. Appena pronti, passateli un attimo sulla carta assorbente e uniteli all'insalata. Servite con listarelle di focaccia.


* tuorlo d'uovo montato con lo zucchero. Aggiungetelo al latte caldo, mescolate bene e unite il pane carasau sbriciolato: state certi che con una colazione così non vi fermano neppure se vi sparano!

domenica 5 febbraio 2012

Marshmallows al cacao e kinako

Dopo aver fatto i marshmallows al matcha qualche giorno fa ed esserne diventata in poco tempo dipendente, con la mia solita coerenza ho gettato alle ortiche una vita  di disprezzo per questi dolcetti e mi sono lanciata a capofitto nella sperimentazione di nuovi gusti, forme e colori.
Questi sono unbelievable :) perchè ancora meno dolci rispetto a quelli al matcha, e perchè cacao amaro e kinako è come pizza & fichi: son nati per stare insieme.
Per la ricetta vi rimando all'altra: ho solo sostituito il cacao al matcha e spolverato abbondantemente di kinako i dolci, una volta tagliati .
Ne ho già in cantiere degli altri, a presto ;)

mercoledì 1 febbraio 2012

Le cavoline, chips di foglie di cavolo

Tempo fa mi sono innamorata della vellutata di cavolo arrosto di Valeria
Un amore morboso: tutte le sere vellutata di cavolo arrosto o cavoli arrosto come contorno di...cavoli arrosto!
Questo mi ha lasciato in eredità ogni giorno un bel pò di foglie di cavolfiore, che si sono trasformate a loro volta in zuppa e vellutata, oppure in spadellate di "scarti di verdura" con olive verdi (dell'ulivo di mio zio! Una cosa impareggiabile).
Oggi, dopo l'ennesima "cavolata" :P di pranzo ho preso le foglie e ho seguito delle indicazioni lette parecchio tempo fa su un blog; la ricetta originale prevedeva foglie di kale, un cavolo ricciutello e molto popolare in UK.
Io come ho detto ho utilizzato delle belle foglie di cavolfiore, tagliate a pezzi e private della nervatura centrale più grossa, lavate ed asciugate con un panno pulito.

In una terrina mescolate 4 cucchiai di olio d'oliva, 2 cucchiaini di sciroppo d'acero, una presa abbondante di sale e un cucchiaino di semi di papavero. Aggiungete le foglie di cavolo e mescolate con le mani, finchè le foglie non saranno coperte in modo uniforme dalla salsa. Adagiatele su una teglia ricoperta di carta da forno e fatele asciugare finchè saranno croccanti (nel mio caso 10 min a 220° sono stati sufficienti).
La mia idea era di aggiungere queste sfogliette a una bella insalata, ma dopo averle assaggiate ho deciso che dovevo mangiarle così, una dietro l'altra, davanti al pc/tv come si fa con le patatine: sono nate "le cavoline".